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Buddy Miller: Universal United House of Prayer
(New West)
www.newwestrecords.com
www.buddyandjulie.com
Buddy Miller non pare essere un tipo facile e si è dovuto fare strada fra artisti quali Emmilou Harris e Steve Earle ed assieme alla moglie Julie si è trovato un suo posto al sole prima in Gran Bretagna che presso le proprie terre ma, si sa, nemo profeta in patria. Poi ascolti “Universal United House of Prayer“ e capisci che non può essere altrimenti e che il linguaggio apparentemente tradizionale di Miller è invece il lessico di un intellettuale complicato e dalla sfaccettata natura musicale. Di lui tutti parlano bene e la sua carriera solistica, nata tardiva, nel 1995, è quella di un musicista intelligente e attento. La rivista britannica “Uncut” chiama in causa Rodney Crowell e Dave Alvin per tributargli dei complimenti ma ciò non basta. E’ l’atmosfera Gospel che pervade “Universal United House of Prayer “ la vera prova del nove, quella che ci conferma la grandezza dell’artista nativo dell’Ohio. Questa scelta sonora - fra le molte possibilità a disposizione la più complicata, visto le radici country serve a stemperare la sua intolleranza verso l’ignoranza del mondo in toni pacati e episcopali. Esempio evidente di ciò la sua versione fiume di “ God on our Side “ che la dice lunga sulle sue capacità emotive. Una buona dose di autorevolezza musicale donano al brano una sfumatura personale che conferisce alla canzone il ruolo di perno intorno a cui ruota “Universal United House of Prayer “. Due ballate, una con Emmilou Harris, “ wide river to cross”, e una scritta con Victoria Williams, “this old world”, aumentano l’interesse. £There’s a higher power “dei Louvin’ brother e il rock di “don’t wait” rappresentano il versante più radiofonico di un disco convincente anche dopo molti ascolti per un artista che nonostante i cinquant’anni suonati da un pò ha molto ancora da dire.
Ernesto de Pascale
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